Del Grillo

Da Libro D'Oro della Nobiltà Contemporanea e del'Arte.

Marchese Onofrio Del Grillo

Onofrio Del Grillo (Fabriano, 1714 – Fabriano, 1787) è stato un nobile e dignitario della corte pontificia, noto per il suo carattere eccentrico e le celebri burle che lo resero leggendario nella Roma del XVIII secolo. Appartenente a una delle famiglie nobiliari più influenti della Roma papalina, è passato alla storia non solo per i suoi incarichi di prestigio nella corte pontificia, ma anche per le numerose storie popolari che lo descrivono come un nobile amante degli scherzi. Onofrio Del Grillo è stato inoltre marchese di Santa Cristina e conte di Portula.

Marchese Onofrio del Grillo

Origini familiari

Onofrio Del Grillo nacque a Fabriano, nelle Marche, nel 1714, da Bernardo Giacinto Del Grillo e Maria Virginia Possenti. La famiglia Del Grillo era di origine marchigiana, ma aveva legami con l'aristocrazia romana e marchigiana. Onofrio aveva due fratelli, Giuseppe e Caterina. Dopo la morte della madre, avvenuta quando Onofrio era ancora giovane, la famiglia attraversò un periodo di difficoltà economiche che portò Onofrio a trasferirsi a Roma, presso lo zio Bernardo II, un prelato influente che possedeva un palazzo nel quartiere di Monte Cavallo.

Formazione e carriera

Grazie alla protezione dello zio, Onofrio studiò giurisprudenza presso l'Università di Urbino, dove si laureò. La morte dello zio nel 1757 cambiò radicalmente la sua vita: Onofrio fu infatti nominato unico erede dell'immensa fortuna del congiunto, il che lo rese uno degli uomini più ricchi e influenti della Roma dell'epoca.

Palazzo Marchese del Grillo

Lo stesso anno in cui ereditò la ricchezza dello zio, Onofrio fu ammesso alla Corte Pontificia, dove ricoprì vari ruoli di grande prestigio, tra cui quello di Sediario Pontificio, Cameriere di cappa e spada di Sua Santità, e Guardia Nobile. Questi incarichi, riservati ai nobili di alto rango, gli permisero di frequentare i circoli più esclusivi e di entrare a far parte del patriziato romano.

Titoli nobiliari e matrimonio

Il Papa Benedetto XIV gli conferì i titoli di marchese di Santa Cristina (nella località vicino a Gubbio) e conte di Portula, riconoscendo così il suo rango aristocratico. Nel 1757, Onofrio sposò Faustina Capranica, appartenente a una delle più antiche e nobili famiglie romane. Il matrimonio portò una ricca dote che, però, Onofrio dissipò rapidamente a causa del suo stile di vita stravagante e del suo amore per le burle e il lusso. La coppia ebbe una figlia, Maria Virginia Del Grillo, che più tardi sposò Augusto Scarlatti. La discendenza diretta della famiglia si estinse nel XIX secolo con Giuliano Capranica Del Grillo (1824-1892).

Le burle e la fama popolare

Onofrio Del Grillo divenne celebre a Roma non solo per i suoi incarichi di prestigio, ma anche per il suo carattere eccentrico e le sue burle. Amava infatti prendersi gioco dei popolani e persino di altri membri della nobiltà, con scherzi che lo resero una figura leggendaria. La sua fama di burlone si diffuse rapidamente, amplificata dalla voce popolare, che mescolò episodi reali a leggende urbane, probabilmente attribuendogli anche aneddoti che riguardavano altri membri della famiglia Del Grillo.

Le sue burle, alcune delle quali sono rimaste nei racconti popolari romani, lo dipingono come un nobile anticonformista, lontano dall’austerità che solitamente caratterizzava la nobiltà pontificia. Proprio questo aspetto del suo carattere ha ispirato il celebre film di Mario Monicelli "Il marchese del Grillo" (1981), in cui Alberto Sordi interpreta un personaggio ispirato alla figura di Onofrio, anche se la pellicola è ambientata in un periodo successivo, nel 1802.

Ultimi anni e morte

In età avanzata, Onofrio Del Grillo si ritirò nella sua città natale, Fabriano, dove acquistò e fece restaurare nel 1771 una grande villa con parco. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita, dedicandosi a gestire la sua proprietà e ritirandosi gradualmente dalla vita di corte. Nonostante vivesse a Fabriano, continuò a ricoprire incarichi civici a Roma: nel 1771 fu Priore dei Caporioni e nel 1773 divenne Conservatore dell'Urbe, una delle cariche più prestigiose della città.

Morì nella sua residenza estiva a Fabriano nel 1787, all’età di 73 anni. Il suo corpo fu traslato a Roma, dove fu sepolto nella basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini, nella navata destra. I suoi funerali furono celebrati con grande sfarzo alla presenza delle massime autorità ecclesiastiche e civili dell’epoca.

Ruoli e Incarichi Nella Corte Pontificia Onofrio Del Grillo ricoprì numerosi incarichi di alto prestigio all'interno della Corte Pontificia:

Sediario Pontificio

Cameriere di cappa e spada di Sua Santità Guardia Nobile Priore dei Caporioni (1771) Conservatore dell'Urbe (1773) Questi incarichi lo posero al centro della vita politica e sociale della Roma papalina, rendendolo una figura influente non solo nell'aristocrazia, ma anche nel governo della città.

Famiglia Del Grillo

La famiglia Del Grillo, originaria delle Marche, acquisì grande prestigio a Roma a partire dal XVIII secolo. Onofrio Del Grillo, grazie alle sue ricchezze e ai suoi legami con la nobiltà papalina, fu uno dei membri più rappresentativi di questa famiglia, che si estinse nei Capranica Del Grillo nel XIX secolo. Il Palazzo del Grillo, tuttora esistente nel centro di Roma, e il Torrione del Grillo, sono testimonianze fisiche del prestigio della famiglia.

La Salita del Grillo, una delle strade più caratteristiche di Roma, prende il nome proprio dalla famiglia Del Grillo e rappresenta un suggestivo scorcio della Roma settecentesca, che evoca il passato aristocratico della città.

Leggende e Aneddoti

Sebbene gran parte della fama di Onofrio Del Grillo derivi dai suoi incarichi e dal suo rango nobiliare, è attraverso gli aneddoti popolari che il suo nome è divenuto leggendario. Molti racconti attribuiti a Onofrio, legati alla sua passione per le burle, sono stati tramandati oralmente e spesso amplificati dalla fantasia popolare. Questi aneddoti lo ritraggono come un nobile anticonvenzionale, che si divertiva a prendersi gioco del popolo e dei suoi stessi pari.

Non è sempre chiaro quanto di questi racconti si riferisca realmente a lui, poiché la sua figura si è mescolata a quella di altri membri della famiglia Del Grillo o ad altri nobili romani vissuti in epoche successive. Questo aspetto ha reso difficile tracciare con precisione i confini tra storia e leggenda nella sua vita.

Nella Cultura di Massa

La figura di Onofrio Del Grillo ha ispirato il celebre film di Mario Monicelli, Il marchese del Grillo (1981), dove il personaggio, interpretato da Alberto Sordi, incarna lo spirito burlesco e dissacrante della nobiltà romana. Sebbene il film sia ambientato nel 1802, dopo la morte di Onofrio Del Grillo, il personaggio di Sordi ha contribuito a mantenere viva la memoria della figura storica e a radicare il nome Del Grillo nella cultura popolare italiana. Del Grillo, come molti nobili dell'epoca, svolse un ruolo significativo nella vita sociale e politica di Roma, contribuendo alla definizione della società pontificia del XVIII secolo. Il Palazzo e il Torrione del Grillo rappresentano ancora

Il film

Roma, 1809, è l'ambientazione delle vicende del marchese Onofrio del Grillo, un nobile romano alla corte di Papa Pio VII, la cui vita è caratterizzata dall'ozio e dalle burle, in una città che si muove tra le rigide convenzioni sociali e gli sconvolgimenti politici del periodo napoleonico. Il marchese, interpretato nel celebre film di Mario Monicelli, incarna l'aristocrazia dell'epoca, vivendo in un mondo dove il suo privilegio e il suo titolo gli permettono di evadere da qualsiasi responsabilità.

Vita quotidiana e ribellione aristocratica

Onofrio del Grillo trascorre le sue giornate nell'ozio più completo, iniziando la giornata sempre tardi, con i servi del palazzo obbligati a mantenere il silenzio fino al suo risveglio. Nonostante la posizione sociale elevata, il marchese preferisce frequentare osterie e bettole, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e conducendo una vita ben lontana dalle aspettative della sua famiglia conservatrice.

La sua famiglia, composta da una madre affettuosa ma estremamente conservatrice, e altri personaggi stravaganti, rappresenta una miniatura della nobiltà romana del tempo. Onofrio si distingue per il suo atteggiamento ribelle e il suo continuo scontro con le aspettative sociali imposte dal suo status. La madre, per quanto affettuosa, non approva il suo stile di vita, mentre altri parenti, come la povera Genuflessa, segretamente innamorata di lui, o lo zio ossessionato dalla beatificazione di un'antenata, completano il quadro di una famiglia in disaccordo con la modernità e il cambiamento che Onofrio, in qualche modo, rappresenta.

Le burle e le beffe

Alberto Sordi in " Il Marchese del Grillo"

Il principale passatempo del marchese, che lo rende celebre in tutta Roma, è costituito dalle sue innumerevoli burle e scherzi. Accompagnato dal fedele servitore Ricciotto, Onofrio si diverte a prendersi gioco della sua famiglia, dei popolani e persino delle autorità ecclesiastiche. Nessuno è risparmiato dalle sue trovate, e la sua posizione sociale gli consente di cavarsela sempre senza conseguenze. Il potere economico e il titolo nobiliare sono strumenti che Onofrio utilizza per restare impunito, spendendo senza remore il suo patrimonio per uscire indenne dalle situazioni più imbarazzanti.

Uno degli episodi centrali della sua vita è l'incontro con Gasperino, un carbonaio alcolizzato che è un suo perfetto sosia. Questo incontro dà vita a una delle burle più famose del marchese, che utilizza Gasperino per compiere scherzi ancora più audaci, tra cui uno che lo porta a scampare inconsapevolmente a una condanna a morte emanata dallo stesso papa. La vicenda si complica quando, per errore, è proprio Gasperino a essere arrestato e condannato, ma la grazia papale giunge appena in tempo a salvarlo.

Lo scontro con l'occupazione francese

Il clima di leggerezza e anarchia personale di Onofrio sembra destinato a finire quando Napoleone invade lo Stato Pontificio e i francesi occupano Roma. Con l'arrivo dell'armata napoleonica, le antiche strutture sociali vengono scosse, e persino Onofrio è tentato di cambiare vita. L'incontro con una cantante lirica straniera e con un ufficiale dell'esercito francese lo spinge a considerare l'idea di trasferirsi a Parigi per vivere una vita più moderna e lontana dalle costrizioni della nobiltà romana. La decisione di lasciare Roma per Parigi riflette il desiderio di Onofrio di allontanarsi da una realtà che, pur appartenendogli, comincia a stargli stretta.

Tuttavia, il viaggio verso la modernità viene bruscamente interrotto dalla sconfitta delle truppe napoleoniche in Italia, che obbliga Onofrio a rinunciare ai suoi piani e a tornare a Roma.

Il ritorno all'ordine

Con il ritorno di Pio VII al potere, Roma ritrova il suo antico ordine, e Onofrio si trova nuovamente coinvolto in una delle sue burle più rischiose. Il papa finge di volerlo condannare a morte, come punizione per i suoi continui scherzi e per il suo comportamento irresponsabile, ma è Gasperino a essere arrestato per errore. La situazione si risolve con la grazia papale che salva la vita al povero carbonaio e permette al marchese di riprendere il suo posto tra i sediari pontifici, rientrando così nella sua vita di ozio e scherzi.

Un ciclo che si ripete

Alla fine, tutto ritorna come prima. Onofrio del Grillo riprende la sua esistenza spensierata e le sue burle, mentre Gasperino, il suo sosia, sembra apprezzare di più la sua umile vita dopo aver sperimentato il lusso e il potere, sebbene solo per un breve periodo. Il contrasto tra i due uomini – uno ricco, potente e irresponsabile, l’altro povero e umile – sottolinea l’ironia dell’intera vicenda.

Il film e la storia di Onofrio del Grillo, pur ambientati in un periodo di grande tensione politica e sociale, mettono in luce la perpetua staticità della nobiltà romana, che nonostante le occupazioni, le rivoluzioni e i cambiamenti, riesce sempre a sopravvivere e a mantenere i propri privilegi intatti.

Nella cultura di massa

Il film "Il marchese del Grillo" (1981), diretto da Mario Monicelli e con Alberto Sordi nel ruolo di Onofrio, è considerato uno dei capolavori della commedia all’italiana. Il film, pur con molte libertà storiche, ha consolidato la figura di Onofrio del Grillo come emblema dell'aristocrazia romana decadente e ironica, in grado di ridere di tutto e di tutti grazie ai privilegi legati al suo status sociale. La battuta più famosa del film, "Io so' io, e voi non siete un c...", esprime perfettamente il senso di superiorità e impunità che caratterizza il marchese, rendendolo un personaggio iconico della cultura italiana.